Tratto da www.ieau.it
Quesito:
«Perche' c'e' la tendenza a vedere e soprattutto a criticare e giudicare un'atteggiamento o un'azione negli altri che e' tipica del nostro modo di essere?
Perche' giudichiamo facilmente gli altri se siamo noi i primi a non fare nulla di diverso? Perche' ci si aspetta sempre qualcosa dagli altri, siamo forse noi che non riusciamo a dare niente agli altri?
Perche' si parla troppo e si mette in pratica poco o niente???»
Risposta:
Fondamentalmente, la maggior parte degli esseri umani non nutre alcun interesse per la verità delle cose, né per la propria reale natura. Le persone, in genere, sono attratte essenzialmente dalle emozioni e dai piaceri sensoriali: vivono fuggendo le difficoltà e la sofferenza in ogni forma.
Ancora, l'essere umano parla di politica, di cultura, di scienza, di sport, di sessualità, di medicina e benessere, di religione e spiritualità, di ideali e sviluppo sociale; ma nella stragrande maggioranza dei casi, lo fa solo per sentirsi e farsi sentire dagli altri, perché lo fanno tutti, in un circolo vizioso abbastanza privo di senso e sicuramente mancante di consapevolezza.
Perché stupirsi della tendenza a giudicare negli altri proprio i nostri maggiori difetti?
Quando le persone criticano, non lo fanno per ragioni costruttive, ma per rabbia, invidia, povertà interiore, frustrazione .
La media delle persone non è interessata a sapere come stanno le cose; vuole solo affermare la propria personale opinione e, se possibile, convincere tutti della sua verità.
Il vero problema è proprio questo: prima dell'ignoranza, dell'assenza di cultura, della pochezza di memoria storica, della debolezza caratteriale, del vuoto riempito correndo dietro al nulla... prima di tutti questi limiti, esiste un limite ancora più grande, ossia l'assoluta mancanza di interesse per tale pochezza e mediocrità.
La natura umana contiene potenziali che permetterebbero di vivere la vita in modo ricco e gioioso, profondo e sempre nuovo. Ma a chi interessa? La maggior parte delle persone non saranno disposte a fare proprio nulla per comprendere di più loro stesse e la vita.
Per comprendere cosa cercano le persone, è sufficiente visitare un cinema o una discoteca al sabato sera, e fare la stessa cosa in una sala conferenze, durante un dibattito che parli di argomenti inerenti la comprensione di sé e della vita.
Le persone, mediamente, cercano solo la superficie delle cose. Un paio di tette belle grosse: conta qualcosa che siano di carne o silicone? Un corpo muscoloso: è rilevante se imbottito di anabolizzanti e con un fegato sull'orlo del tracollo? Una partecipazione in televisione: a chi interessa se facendo la figura dei cretini? Basta esserci.
Ecco il vero problema: la superficialità del mondo in cui viviamo e l'interesse che non pochi individui hanno, nel mantenere le cose come stanno.
Non mancano i modi per capire di più. Non sono mai mancati. Ciò che è davvero raro, è proprio il desiderio di comprendere.
Per spettegolare o giudicare gli altri non occorre nessuna energia ed è una ginnastica che rinforza il proprio ego; ma per fare lo sforzo di capire le altre persone, culture o forme di pensiero, occorre energia e serve anche mettere in discussione le proprie convinzioni.
Le persone non vanno toccate sul denaro, sulle loro proprietà e sulle loro convinzioni e opinioni. Diventano delle belve. Basta che non si chieda alla media degli individui di fare qualcosa per migliorare loro stessi e il mondo in cui vivono, e sono disposti a parlare affabilmente di tutto; ma proprio di tutto. Sono spesso gentili, informati e ben disposti a scambiare opinioni. Veleggiano leggiadri sulla superficie delle cose, mostrando grandi competenze e ferme convinzioni. Ognuno con la propria teoria (quasi sempre presa in prestito da altri), ognuno con il proprio castello da proteggere...
Questo è il mondo in cui viviamo.
Triste? Squallido? Spaventoso?
Non è tutto qui.
Non sono tutti mediocri, egoisti e violenti; o ignoranti, superficiali e menefreghisti.
Esistono anche persone che si pongono domande serie e credono che valga la pena di conquistare per sé e per altri, ciò che di meraviglioso la vita può offrirci.
Fra tante domande, il quesito più profondo e importante che ognuno di noi dovrebbe porsi, prima di molti altri, è il seguente: “Io, proprio io e non un'immagine illusoria di me... da che parte voglio stare?“.
di Andrea Di Terlizzi e Walter Ferrero